Perdita del dialetto ?
Il caso di San Mango nella storia e nella geografia linguistica
Con una sintesi di forte impatto Pier Paolo Pasolini (1974) accennava alla “tragedia della perdita dei dialetti”, alludendo ai cambiamenti intervenuti nella storia italiana del Novecento. Nel caso di San Mango sul Calore gli effetti dei radicali cambiamenti imposti dal terremoto del 23 novembre 1980 e dai successivi interventi urbanistici sono di immediata evidenza. In una situazione in cui il dialetto è ancora parlato più o meno come nelle zone circostanti (meno che in passato, ma nel complesso con una buona tenuta), è insomma venuto meno lo scenario urbano che per secoli ha rappresentato l’ambiente tradizionale per le tante generazioni che in passato hanno popolato il paese. Per la sua vicenda San Mango può diventare la dimostrazione, sia pure in gran parte in absentia, di cosa possa intendersi per ambiente linguistico o per paesaggio linguistico urbano.
La storia di San Mango permette di riflettere sui cambiamenti più generali negli ultimi decenni che si sono realizzati nel mondo contemporaneo, anche per il modo di parlare. Oggi per esempio i dialetti sono parlati meno che in passato. Con spiegazioni affrettate e parziali si dice in genere che i dialetti sono in crisi perché la scuola non li ha insegnati e ha dato spazio all’italiano. Proprio la vicenda di San Mango, però, dimostra con piena evidenza che nel tempo la realtà cambia. Il terremoto ha distrutto il paese, per alcuni anni ne ha disperso molti abitanti in zone lontane, ha modificato in modo imprevisto il patrimonio culturale e sentimentale, le consuetudini, i tradizionali lavori dell’artigianato e dell’agricoltura e di conseguenza ha provocato modifiche anche nel dialetto locale.
Inoltre il caso di San Mango, al di là di tante semplificazioni correnti (orientate ad attribuire la crisi dei dialetti a interventi dirigistici delle istituzioni scolastiche e politiche), può rappresentare la dimostrazione concreta di come si è realizzata la storia linguistica italiana del Novecento. Infatti la storia recente del paese permette di evidenziare che la crisi dei dialetti non dipende da imposizioni direttamente esercitate su popoli ridotti al silenzio (come da stereotipi avallati da oleografie poetiche, in sé anche suggestive), ma ovviamente dalle novità intervenute nelle abitudini di vita, nella percezione degli spazi, nelle tecniche agricole, nell’economia e nelle produzioni, nei modi di aggregazione.